Continuiamo la lettura delle interessanti tabelle pubblicate dalla Regione Emilia-Romagna.

Si parla molto del “maggior peso politico” grazie al quale il Comune fuso potrebbe ricevere maggiori finanziamenti pubblici. Ma abbiamo visto nell’articolo precedente che il Comune fuso sarebbe più costoso dei nostri Comuni attuali, quindi la domanda è: “potremmo” ricevere maggiori trasferimenti oppure “dovremmo”? Sarebbe un’opportunità da sfruttare per ottenere migliori servizi oppure saremmo costretti a cercare aiuto per coprire le maggiori spese della macchina burocratica?

Qui possiamo capire quanto i Comuni, nel 2017, hanno avuto bisogno dell’aiuto economico dello Stato per svolgere le proprie funzioni. Ricordo che la fusione sposterebbe i nostri Comuni dalla fascia 10.000-20.000 alla fascia 20.000-50.000.

Ampiezze Autonomia Finanziaria (%) Autonomia Impositiva (%) Dipendenza finanziaria dallo Stato (%)
0-2000 93,2 71,8 4
2001 – 3000 93,3 72,9 3,1
3001 – 5000 93 66,4 4,1
5001 – 10000 91,8 73,4 5,3
10001 – 20000 91,9 71,3 4,8
20001 – 50000 90,1 70,2 5,9
50001 – 999999 90,6 68,1 4,2
TOTALE 91,1 69,6 4,7

L’autonomia finanziaria rappresenta il rapporto fra le entrate proprie del Comune (tributi, tariffe, affitti percepiti, ecc.) ed il totale delle entrate. L’autonomia impositiva invece si riferisce solo ai tributi. E’ evidente come, al diminuire dell’autonomia, aumenta la dipendenza dallo Stato e dai trasferimenti pubblici.

Si tratta di indicatori molto variabili: sia Castenaso (1,4%) che Granarolo (3%) hanno valori inferiori alla media della nostra fascia demografica (4,8%). E’ però indiscutibile che, passando alla fascia demografica superiore, il bisogno di trasferimenti statali aumenterebbe nettamente.

E pensare che uno degli argomenti preferiti dei promotori della fusione è: “Lo Stato non ci manda più soldi, dobbiamo diventare più grandi per poterci mantenere da soli”. Non sembra una buona idea.